Mi scuso per errori, anche grossolani, di qualsiasi entita’. Scrivere tali cose di getto senza neanche un minimo di revisione e’ dannoso per chi legge in primis, in secundis per il sottoscritto che ci fa la figura del coglione.
Mesi fa bloccamo circa meta’ delle famiglie d’Italia tramite treni, macchine, turismo svogliato per far sentire, grosso modo, la nostra voce. Grosso modo, non volevamo che determinate teste di cazzo presenti al Governo del paese ci rovinassero il futuro, quelli prossimi e quelli remoti.
Come a Pisa, cosi’ in mezza Italia meta’ delle famiglie, accompagnate da quattro digossini ogni settanta macchine/treni/giapponesi venivano (dis)turbate dal nostro vociare.
Vociare violento, grosso modo: come quando, tempo fa, quattro vecchietti che tentavano di non rovinarsi cercando di risparmiare i pochi soldi fruttati dal duro lavoro in campagna piuttosto che giocarseli a briscola saltarono in aria con un tavolo ottagonale, tipo la testuggine di Casa Pound.
La gente credeva veramente che bastava alzare un po’ la voce tanto da raggiungere i decibel di una bomba artigianale dentro una borsa in pelle pregiata affinche’ quattro teste di cazzo al Governo bloccassero Una grande pila di merda incastonata di diamanti.
C’ho creduto pure io, e l’abbiamo presa bellamente in culo come Marsellus Wallace.
Quello che si doveva fare, e prendetela come una metafora (se volete: i moralizzatori costruttivi, dovessero esistere, son ben accetti), era far saltare in aria ogni singola casa di ogni singola testa di cazzo con in sottofondo Wagner, spalmare merda e diamanti in faccia a ogni sopravvissuto e sodomizzare LE rimanenti.
Rivoluzionari gay, roba anche per voi se ne trova.
Parliamo seriamente, se alcuni di voi ancora non sono riusciti a cogliere il significato di tutto quello scritto sinora: regoliamoci: o son io che non mi faccio capire o siete voi che non riuscite a farmi capire.
Rivoluzione e’ roba grossa: non si inizia una mattina, alzatisi dal letto; sigaretta nel cesso o pugnetta nel caso non fumiate o preghierina al vostro Dio, Buddha, Cazziemazzi di turno; caffe’; altra sigaretta/minotto/wololo; e poi Dai mettiti la kefiah stamattina che in piazza per la manifestazione ci sono la Franci e la Berta che la danno come il pane se vedono qualche filo-palestinese.
Nemmeno Il mese scorso su Il Fatto Quotidiano ho letto che quello stronzo di Berlusconi ha deciso di emanare una legge per cui spruzzare sul culo di una vergine e’ reato a meno che la luna calante non sia nella casa del Toro in ascesa rispetto a Venere: blocchiamo mezza Italia!
Rivoluzione e’ parola assai dannosa: alcuni nomi storici che usavano tale concetto per movimentare le masse: l’Anticristo, il Bungee Jumper e Super Mario.
La rivoluzione e’ un biglietto di sola andata: vuoi partire, benissimo. Sei cresciuto, vaccinato, sverginato anche dal culo e puoi prenderti le tue responsabilita’ da culattone maturo. Vuoi spaccare il mondo? Prendi un martello, e con altri novecentonovantanove martelli inizia a distruggere. Ma distruggi tutto. Guarda in che mondo di merda siamo: va bene gli straordinari paesaggi che il mondo ci offre, va bene la grande storia culturale del genere umano e i passi da gigante fatti nella tecnologia, va bene anche l’aspettativa di vita e il pisello prolungati rispetto a duecento anni fa… Ma se, nel 2011, devo sorbirmi gente che torna da Milano dicendomi che un negro gli ha detto Terrone di merda, tornatene in Africa vuol dire che qualcosa non va molto bene in questo mondo. Attenzione perche’ distruggere ogni cosa non vuol dire buttare napalm sui fottuti musi gialli per far vedere che lo Zio Sam, anche se ha perso la guerra, e’ figo piu’ di loro che c’hanno le trappole con i punzoni ricoperti di merda e veleno. A ogni distruzione corrisponde un’innovazione seria, pulita e che magari migliori qualcosa che c’era gia’ prima. Non prendiamoci per il culo.
Alzare la voce e finire in carcere magari li fara’ cagare sotto per quattro, cinque giorni, al piu’ un mese. Ma se noi conosciamo loro, loro conoscono noi allo stesso modo. E giocare a questo ipergioco son bravi tutti: un giorno ci piazza il morto l’organizzazione anarchica/fascista/comunista/ultra’ alla manifestazione/partita di turno e il giorno dopo troviamo il poliziotto massacrato di botte o decapitato per le vie di Liverpool.
Metterci gli uni contro gli altri in determinati momenti della nostra vita solo perche’ abbiamo perso i dadi del Risiko o rotto miliardi di joystick per il megarosik a Soul Calibur non e’ costruttivo.
Non e’ una predica, nemmeno una menzogna: io stesso sono il primo che si presenta alle manifestazioni perche’ ci credo; ogni giorno e’ il giorno in cui mi dico Stavolta e’ diverso, stavolta si cambia davvero qualcosa. Ogni giorno mi alzo dal letto, fumo la sigaretta nel cesso, caffe’, altra sigaretta ed esco senza kefiah sperando che qualcuno abbia gia’ sodomizzato quindici figlie di politici al grido di GOODMORNING VIETNAM! sperando di partecipare anche io al putiferio.
Ogni singola manifestazione l’ho vissuta con il massimo della partecipazione, urlando in maniera tale da rompere bicchieri di vino o crepare muri per far vedere che incazzati lo siamo.
Incazzati lo siamo eccome.
Da quando abbiamo scoperto che le nostre mani non servivano piu’ per scrivere, lavorare, accarezzare il volto della persona che ami di piu’, toccare la sottile linea che divide te dalla forza sempiterna del vento; da quando i nostri occhi vengono pugnalati da contenuti miseri mentre la’ fuori ci sono i da Vinci, i Klimt, gli Herzog, i Murnau a fare la polvere ; da quando la nostra bocca ingoia lo sperma acustico da quelle teste di cazzo che fino alle ultime elezioni sembravano enormi vulve vogliose di popolo.
Prima di riprenderci il futuro, bisogna riprendere la dignita’, che non si compra al supermercato o in regalo con cinque Happy Meal e una Coca Cola formato famiglia da 65 litri o replicando i cori da stadio sostituendo “Catanisi figghiu ‘i bottana” con “Berlusconi pezzo di merda” o “Gelmini datti fo’o”. Di quello che fanno le teste di cazzo al governo non dovrebbe fregarcene un cazzo, dovremmo avere semplicemente il coraggio di renderci conto con quali scimmie abbiamo a che fare e cacciarle via a calci in culo.
Ma se tutto questo non viene fatto, rivolgerci a questi interessati con slogan da Atalanta – Brescia o Cosenza – Catanzaro non serve a nulla: due giorni, tre mesi, quattro anni e cinque secoli di rivoluzione non servono a un cazzo. Arrivera’ subito dopo, quando le nostre braccia saranno stanche di inforcare i culi di ogni signorotto da salotto industriale del cazzo, l’inutilita’ ambulante che si siedera’ su una poltrona dichiarando: “Avete fatto la rivoluzione per me, bravi, ora andate a comprare la vasellina che vi devo spiegare due concetti nuovi e innovativi di questa era…”