A Volte

A volte mi chiedo se, certe volte, possa fare a meno di usare espressioni
del cazzo come “a volte” per introdurre simili discorsi.

Occasionalmente, prenderei volentieri la mia testa dai capelli
per sbatterla più volte contro uno specchio e
frantumare ogni singola immagine di me stesso:
terrone, etilista, pagliaccio, paranoico, ipocondriaco, insonne.
Minchione fra un mare di coglioni.

Alle volte mi chiedo, in questo breve lasso di tempo che ci ha
colto in flagrante, se ogni mio singolo gesto non sia altro se non
l’ennesima stronzata che mi porta dal lato sbagliato della tua visione.

Mi sbaglio.
Poi ho ragione –
poi sbaglio di nuovo:
sono un coglione.
“Morbido! Nuovo?”
“No, è solo in fase di rodaggio!”

Eppure basta un abbraccio
lungo quanto occorre
per bloccare tutto:

voglio baciarti
la fronte
le guance
la bocca
il collo…

voglio perdere la vista
tra gli orizzonti del tuo collo
e lasciare tutto per un attimo
in quell’attimo:
non so descriverlo –
fallo tu, per una volta,
al posto mio.

I tuoi silenzi, la tua calmissima quiete,
mi han portato verso il mare dei tuoi occhi
e non trovo più parole.

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4 risposte a A Volte

  1. Zachery Ortmann scrive:

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  2. Silver Silvan scrive:

    Sì, non é male, in effetti.

  3. Bi scrive:

    Ci piace. Ci piace tantissimo!

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